
Quando si parla di pellegrinaggio, si associa immediatamente questo concetto alla religione, spesso senza pensare a questa esperienza nella sua interezza e nelle sue innumerevoli sfaccettature. Ma è proprio da qui che è ideale partire, ponendosi proprio la domanda: che cos’è il pellegrinaggio?
Quello che identifichiamo come pellegrinaggio, è un cammino che ha radici profonde nell’umanità, una delle forme di viaggio più antiche della storia, le cui ragioni sono da ricercare nel bisogno innato dell’uomo di accostarsi a Dio, di trovare la propria dimensione spirituale.
Questo ha fatto sì che ogni popolo abbia nel tempo sviluppato il proprio culto, difatti non c’è praticamente alcun luogo al mondo dove non esista questa tradizione. Il pellegrinaggio, in quest’ottica, ha trovato la sua massima espressione nell’obiettivo di raggiungere una precisa meta: la ricerca di se stessi e di Dio.
Risulta quindi scontato che esistano nel mondo numerosissimi pellegrinaggi: basta citare, tra i più importanti, i pellegrinaggi in Terra Santa, a Roma, a Loreto, a Fatima, a Lourdes (foto sopra), a Medjugorje, a San Giovanni Rotondo e il pellegrinaggio religioso in Spagna per antonomasia, il Cammino di Santiago. Per le altre religioni, ricordiamo i pellegrinaggi induisti in India come quello di Haridwar, Allahabad e Calcutta, il Kumano Kodo e il Cammino degli 88 templi in Giappone, il pellegrinaggio alla Sacra Moschea della Mecca per l’Islam.
Ma perché farlo? Impossibile dare una risposta univoca, sarebbe semplicistico attribuire a una sola ragione il motivo che spinge una persona a lasciare la propria casa e i propri affetti per lanciarsi in un’avventura che si potrebbe definire “insolita”.
Per comprendere al meglio questo processo è inevitabile analizzare la figura del pellegrino dalle origini a oggi, scoprire i luoghi di culto centrali nel mondo e seguire le tappe che hanno accompagnato l’evoluzione di questo fenomeno tutt’ora in continua espansione.
Pellegrinaggio definizione, motivazioni e storia
“Pellegrinaggio” è una parola che evoca contenuti legati a sentimenti di fede e di devozione religiosa, di lunghi cammini e penitenze compiute per seguire un bisogno interiore profondo.
In effetti tale associazione rispetta alla lettera la provenienza del termine: “peregrinus” dal latino indica appunto forestiero, viandante o meglio ancora errante, che si sposta da un luogo all’altro, lontano dalla sua patria; se poi, accanto al significato etimologico abbiniamo quello spirituale cioè “viaggio di devozione e penitenza verso un luogo sacro”, la definizione di pellegrinaggio esprime chiaramente il concetto da cui siamo partiti.
Dopo aver dato del pellegrinaggio definizione e significato letterale, parliamo adesso delle motivazioni che ne sono all’origine. Come abbiamo accennato, il pellegrinaggio ha visto le sue origini esclusivamente per motivi di devozione, ricerca spirituale o penitenza. Proprio per questo, il punto di arrivo di questi cammini era ed è un luogo di culto dove, solitamente, sono presenti edifici di culto, basiliche e cattedrali contenenti reliquie o spoglie di coloro che vengono venerati.
Ogni cammino nasce ispirandosi alla religione da cui deriva e porta con sé un insieme di riti e consuetudini che accompagnano i viaggiatori, come gli specifici percorsi da compiere, la meta (o le mete) da raggiungere, i luoghi di ritrovo dei fedeli, gli oggetti simbolo.
A questo proposito, un contenuto interessante da visionare è il docu-film Footprints, che narra la storia di alcuni ragazzi in cammino (disponibile sottotitolato in italiano sul sito ufficiale). Puoi guardare qui il trailer:
Cos’è il pellegrinaggio? Iniziamo dalla storia

In origine, il pellegrinaggio cristiano è nato come viaggio devozionale. In epoca paleocristiana, infatti, coloro che avevano il desiderio di convertirsi si mettevano in cammino verso Gerusalemme, con l’obiettivo di emendare i propri peccati e guadagnare il dono della vita eterna. Decidevano di diventare stranieri per iniziare una nuova vita.
Nell’alto medioevo, iniziarono a diffondersi anche i pellegrinaggi penitenziali. Questi avevano tutt’altro taglio rispetto a quelli precedenti: nessuna ricerca di pace interiore ma, al contrario, un perpetuo viaggio espiatorio dei propri peccati. Talvolta erano gli stessi ecclesiastici a subire questo tipo di condanna e venivano costretti a una vita di elemosina, povertà e vagabondaggio.
Questa pratica andò via via evolvendosi, sino a quando gli imperatori carolingi iniziarono a sconsigliarla, proponendo, invece, pene più leggere e meno severe come un pellegrinaggio a Roma, presso il pontefice, dove chiedere l’assoluzione. Fu questo il momento in cui iniziarono a consolidarsi i pellegrinaggi famosi, i luoghi di culto più importanti e venerati.
Talvolta ancora oggi vengono effettuati dei cammini per redimersi da peccati o per espiare delle pene comminate, anche dai tribunali. Puoi approfondire leggendo il nostro articolo sul Cammino di Santiago come pena alternativa.
L’antico pellegrinaggio e i pericoli
Particolarmente durante il Basso Medioevo, i pellegrinaggi potevano rivelarsi esperienze notevolmente pericolose, che potevano addirittura durare anni. L’esito del viaggio era così incerto e costoso, che molti pellegrini, prima della partenza, vendevano tutti i loro beni e provvedevano a redigere un testamento.
Come viene descritto con dovizia di particolari nel libro V del Codex Calixtinus, le strade in cui si muovevano i pellegrini diretti a Santiago di Compostela erano sovente frequentate da banditi, truffatori e animali pericolosi; questi pericoli erano considerati parte del pellegrinaggio e, sommati alla provenienza da paesi anche lontani nonché al fatto che si partiva e si tornava a piedi, si può immaginare quanto precaria potesse essere quest’avventura.
Se vuoi approfondire il tema, ti consigliamo la lettura del libro “Il Cammino del mondo“, che descrive in modo davvero avvincente la vita dei pellegrini medievali.
Con il passare del tempo, le strade diventavano lentamente sempre più sicure e percorribili, sia per le condizioni dei tragitti da fare che per il diminuire delle scorrerie dei briganti; cominciarono così a diffondersi sempre più strutture in grado di accogliere i pellegrini in cerca di riposo e di un pasto, come monasteri, ospizi e case di accoglienza.
I tre pellegrinaggi cristiani più famosi

Dopo aver parlato dell’argomento in generale e approfondito cos’è il pellegrinaggio, concentriamoci adesso sugli itinerari che più ci riguardano da vicino, cioè quelli relativi al cristianesimo. Qui di seguito vediamo i tre più percorsi e conosciuti in tutto il mondo.
- Gerusalemme: la città santa, non solo per i cristiani, ma anche per ebrei e mussulmani. I luoghi d’interesse nella capitale d’Israele e dintorni sono vari. In queste terre, infatti, sono molti gli avvenimenti narrati nelle sacre scritture. Tra i più importanti vi sono la morte per crocifissione di Gesù e la sua resurrezione. Il sepolcro, per tradizione, è all’interno della Basilica del Santo Sepolcro.
- Roma: la capitale italiana è stata da sempre una delle principali mete di pellegrinaggio, favorita nei secoli passati anche dalla relativa stabilità dello Stato Pontificio. Sono molti i cammini che portano alla Città Eterna, le così dette Vie Romee. Molti pellegrini si mettono in viaggio per poter visitare i luoghi di sepoltura di Pietro e Paolo, oppure per poter vedere e ascoltare il pontefice in Vaticano.
- Santiago di Compostela: anche il pellegrinaggio religioso in Spagna ha sempre goduto di grande rilevanza nel mondo cristiano. La via percorsa dai pellegrini è ovviamente il famosissimo Cammino di Santiago che termina presso la Cattedrale della città in cui sono contenute le spoglie di San Giacomo il Maggiore.
Inizia il viaggio: camminare lungo questi 3 pellegrinaggi famosi
Ma vediamo adesso nello specifico come vengono affrontati i viaggi verso i vari luoghi di culto più importanti:
- Verso Gerusalemme: incamminarsi per la Terra Santa da soli e a piedi non è da tutti, a meno che non si viva già in paesi vicini. Per chi arriva da ogni angolo del mondo il viaggio è principalmente affrontato in gruppo, tramite agenzie che organizzano voli, spostamenti e pernottamenti. Una volta raggiunta Gerusalemme iniziano escursioni a piedi nei punti di interesse maggiori. Ma non tutti optano per tale scelta, infatti esistono ancora pellegrini che, zaino in spalla, decidono di partire in solitaria per trovare lungo il cammino la propria dimensione spirituale. In questo articolo potrai leggere la straordinaria storia del pellegrinaggio di Alessandra Filippi, un percorso in solitaria di 1800 km.
- Camminando verso la Città Eterna: decisamente più tranquillo sarà il viaggio di un pellegrino che decida di recarsi a Roma. Come abbiamo detto, esistono davvero tantissimi cammini che dall’Europa si diramano per giungere alla capitale d’Italia. Tra le vie Romee più importanti troviamo la Via Francigena, un itinerario storico che tradizionalmente inizia a Canterbury in Inghilterra. Il tratto italiano può essere intrapreso dal Passo del Gran San Bernardo e, una volta giunti a Roma, eventualmente prolungato tramite la Via Francigena del Sud sino a Santa Maria di Leuca (LE).
- Lungo il Cammino di Santiago: rispetto alle altre due mete questo itinerario è quello che più nel mondo si identifica come viaggio compiuto a piedi. Decidere di percorrere sulle proprie gambe centinaia di chilometri ed immergersi nell’atmosfera densa di profondo misticismo che avvolge tutto il cammino, regala sensazioni uniche, difficilmente riscontrabili in altre modalità di viaggio. Per questo motivo il cammino a piedi, nonostante le difficoltà, rimane la pratica più diffusa. L’aspetto religioso e ancora sensibilmente presente in questo pellegrinaggio, così come la ricerca di sé, come potrai leggere in questo racconto di un giovane pellegrino.
Cosa significa essere pellegrini oggi?

Torniamo a occuparci della figura del pellegrino, vero protagonista e fautore di questa straordinaria avventura chiamata pellegrinaggio. Delle sue origini ne abbiamo già parlato, ma come si è modificata nel tempo la sua identità e cosa significa esserlo oggi?
Naturalmente, alla base di ogni trasformazione c’è una lenta evoluzione strettamente correlata allo scorrere degli eventi legati alla storia dell’uomo. Se è innegabile che l’essenza stessa del pellegrinaggio sia rimasta inalterata, rimanendo quella spirituale la motivazione prevalente, è pur vero che questo antico significato occupa una parte e non tutto come in passato.
Il cuore del pellegrinaggio moderno
La società contemporanea comporta stili di vita ed esigenze diversificate, legate perlopiù a ritmi frenetici con pochi spazi da dedicare a se stessi; ecco che nascono bisogni prima sconosciuti, come la necessità di “staccare” dalla routine, il desiderio di avventura, la voglia di stare a contatto con la natura o le esigenze legate al superamento di particolari condizioni di disagio interiore.
Di pari passo, anche il concetto di come fare il viaggio ha subìto un capovolgimento: non è più solo un cammino introspettivo, solitario e rivolto di più a sé, ma può essere anche un’avventura in gruppo, dove a prevalere è la condivisione d’interessi e la socialità.
Il pellegrinaggio, quindi, ha cambiato volto, evolvendosi e adattandosi alla contemporaneità. Sta dunque alla singola persona analizzare il proprio percorso e attribuirvi il significato e i valori che lo hanno contraddistinto, procedendo con fiducia verso la consapevolezza di sé.
