Perchè fare il Cammino di Santiago? Le ragioni dei pellegrini
L’esatta risposta a questa domanda non esiste: ogni persona sceglie di fare il Cammino di Santiago perché mossa da motivazioni ed esigenze differenti, non ce ne sono di giuste o sbagliate anche in considerazione del fatto che sovente scaturiscono da percorsi profondamente personali. Potrà sembrare un’esagerazione, ma porsi la domanda “perché fare il Cammino di Santiago?” è il primo passo da compiere nella programmazione di questo viaggio.
Senza nulla togliere agli stupendi paesaggi che si incontrano lungo il Cammino, se la tua intenzione fosse semplicemente quella di camminare potresti tranquillamente farlo vicino casa, o comunque basterebbe spostarsi di poco per trovare interessanti itinerari tra boschi e colline. Una veloce ricerca su Google ti permetterà di trovare svariati sentieri da percorrere sia in Italia che all’estero, come quelli che ti consigliamo nell’articolo «Cammini spirituali in giro per il mondo«.
È evidente quindi che la decisione d’intraprendere il Cammino di Santiago affondi le sue radici in questioni più complesse, che vanno al di là del semplice camminare o concedersi una vacanza. Tuttavia, rispondere a questa fondamentale domanda non sarà affatto facile e, probabilmente, se la ponessi a un pellegrino in partenza o ad uno appena tornato, otterresti risposte del tipo “Non so il perché, ma sentivo di dover partire!”, oppure “Quello che so è che sono felice di averlo fatto e ripartirei domani!”.
* immagine di copertina: particolare della scultura sull’Alto del Perdón lungo il Cammino Francese
«Non c’è bisogno di ragioni per il Cammino. Lui stesso è la ragione».
(Anonimo)
Cammino di Santiago e motivazioni: quali le più diffuse?

Potresti comprensibilmente trovare queste risposte insoddisfacenti e poco utili nel caso stessi cercando una “spinta” ulteriore per compiere questa esperienza. Questo accade perché è difficile capire come non si possa avere una motivazione ben chiara che giustifichi l’intraprendere un faticoso viaggio a piedi di diverse centinaia di chilometri, assentarsi da casa per circa un mese e dormire in camerate con decine di sconosciuti!
Qualcuno potrebbe anche pensare: “Non sarebbe meglio investire gli stessi soldi per una “vera” vacanza, magari sulla spiaggia di qualche paradiso tropicale?”. La falla presente in questo ragionamento sta nel pretendere una risposta concreta e convincente che giustifichi questa “pazzia”, ancora più incomprensibile se fatta da persone che prima di allora non avevano mai fatto nulla di così fuori dall’ordinario.
Siamo a tal punto abituati alla pianificazione di obbiettivi tangibili e all’essere mossi solo da necessità materiali che ciò che non rispetta questi parametri ci appare come aleatorio, o addirittura una perdita di tempo. Ma è proprio in questi aspetti più difficili da definire che si nascondono i significati più sottili e gratificanti di questa esperienza.
Ciò che caratterizza il Cammino di Santiago è quel fascino, quella “magia” inspiegabile che quasi impedisce di cristallizzare in semplici parole il valore di questa esperienza, che sarà ricca di episodi semplici – ma allo stesso tempo indimenticabili – durante i quali incontrerai persone che ti sorprenderanno.
Insomma, sarà un viaggio nel senso più completo e profondo della parola, un viaggio che non farai solo con il corpo, ma anche con l’anima e la mente. Cercheremo di approfondire tutti questi aspetti nell’articolo sul significato del Cammino di Santiago, qui però proviamo a vedere quali sono le motivazioni più frequenti per le quali i pellegrini intraprendono questa avventura.
Ricerca di sé stessi e di tempo per riflettere

Questo è un motivo piuttosto frequente per il quale molti intraprendono il Cammino di Santiago, perché ad ognuno di noi capita di affrontare nel corso della vita dei periodi di smarrimento, in cui ci si pongono innumerevoli domande a cui non è sempre facile rispondere.
A volte questi momenti di difficoltà possono essere causati da un fatto grave che ci ha colpito nel profondo dell’anima, oppure possono emergere anche quando in superficie tutto sembra andare bene, ma nell’intimo c’è qualcosa che lascia insoddisfatti.
Qualunque sia la situazione, intraprendere un percorso di ascolto e di accettazione di sé stessi, per quanto lungo e intenso dal punto di vista emotivo, può essere il primo passo per trovare una soluzione. Ed è questo che il Cammino di Santiago offre: un distacco temporaneo dal proprio ambiente abituale, la possibilità di dedicarsi un periodo d’introspezione che può aiutare a riflettere su quanto sta accadendo e a far chiarezza sulle emozioni che si stanno provando.
Il Cammino è infatti pervaso da un’atmosfera che induce alla meditazione e al raccoglimento e i lunghi tratti di “solitudine” in zone come la meseta (vasto altopiano coltivato) o negli immensi territori lungo il Cammino de La Plata, sono certamente l’ideale per scavare a fondo nella propria anima e progettare un nuovo inizio.
Ma quella solitaria non deve per forza essere l’unica via da seguire se quello che stiamo cercando è una nuova prospettiva per dare una svolta alla nostra vita: lungo il Cammino avrai l’occasione di parlare con persone con punti di vista ed esperienze differenti, e questo confronto potrebbe aprirti nuove porte e fornirti nuovi modi di affrontare le tue preoccupazioni.
A volte, senza rendersene veramente conto, ci si fossilizza su un problema senza trovare soluzioni, quando magari sarebbe stato sufficiente osservarlo da una prospettiva differente. Il dialogo è parte integrante dell’esperienza del Cammino di Santiago e, alternandolo a momenti di solitario raccoglimento, ti permetterà di portare a compimento il viaggio interiore di cui sentivi il bisogno e che ti ha spinto a partire per questa avventura.
Perché fare il Cammino di Santiago? Per motivi religiosi
In virtù delle sue origini, il Cammino di Santiago ha logicamente un profondo significato religioso, infatti nacque come pellegrinaggio in onore dell’Apostolo Giacomo il Maggiore, i cui resti sono conservati nella cattedrale della città di Santiago di Compostela. Tutti i percorsi sono costellati da numerose chiese e monasteri (come la Cattedrale di Oviedo o la chiesa di Santa Maria di Eunate nella località di Muruzábal, solo per nominarne alcune).
L’esperienza non è ovviamente esclusiva dei fedeli cattolici o di qualsiasi altro credo: essere religiosi non è un “prerequisito” per compiere il Cammino. L’importante è avere cuore e anima aperti e pronti a vivere con rispetto e senza pregiudizi i luoghi e i momenti di spiritualità, di cui potrai godere indipendentemente da quale sia la tua fede.
Già dalla prima tappa, imparerai a conoscere uno dei simboli del Cammino, la preghiera del pellegrino:
“O Dio, che portasti fuori il tuo servo Abramo dalla città di Ur dei Caldei, proteggendolo in tutte le sue peregrinazioni, e che fosti la guida del popolo ebreo attraverso il deserto, ti chiediamo di custodirci, noi tuoi servi, che per amore del tuo amore andiamo pellegrini a Santiago de Compostela.
Sii per noi compagno nella marcia, guida nelle difficoltà, sollievo nella fatica, difesa nel pericolo, albergo nel cammino, ombra nel calore, luce nell’oscurità, conforto nello scoraggiamento e fermezza nei nostri propositi, perché, con la tua guida, giungiamo sani e salvi al termine del Cammino e, arricchiti di grazia e di virtù, torniamo illesi alle nostre case, pieni di salute e di perenne allegria e pace. Per Cristo nostro Signore. Amen.
San Giacomo, apostolo di Gesù, prega per noi. Maria, madre di Dio, prega per noi.”
Un’irrefrenabile voglia di avventura
Non è raro trovare pellegrini che abbiano deciso di cimentarsi nel Cammino di Santiago per voglia di avventura: questo viaggio sarà davvero unico e non avrà nulla da invidiare ad esperienze normalmente considerate più “estreme”. Se quello che cerchi è mettere alla prova te stesso, sia fisicamente che mentalmente, lungo il Cammino troverai pane per i tuoi denti.
Sarà infatti uno stravolgimento della tua routine quotidiana: sarai “costretto” a dormire e mangiare con numerosi estranei ogni giorno, dovrai ingegnarti per superare le barriere linguistiche per comunicare nel Cammino di Santiago, quelle culturali e molto altro ancora. Ma è proprio qui che sta la sfida (e il divertimento) e, se non ti arrenderai, arriverai a fine Cammino con un profondo senso di soddisfazione per aver superato queste difficoltà e portato a termine una splendida avventura!
Decisione d’impulso, per passaparola o per semplice curiosità

E se ci capitasse di voler partire solo perché ne abbiamo tanto sentito parlare? Perché lo ha fatto un nostro amico e non vediamo perché non potremmo farlo anche noi? Oppure per pura e semplice curiosità? Queste motivazioni sono più frequenti di quello che si potrebbe pensare, sono infatti molti quelli che partono senza avere una chiara risposta in mente alla domanda “perché fare il Cammino di Santiago?”.
Per quanto possa sembrare una decisione avventata, ciò non toglie nulla all’esperienza: parte del significato e della “magia” del Cammino è trovare la risposta mentre lo si percorre, e forse qualcuno la risposta non la troverà mai, ma tornerà comunque a casa con la sensazione di aver compiuto un viaggio unico e indescrivibile.
Una vacanza a basso costo
E se qualcuno volesse semplicemente fare una vacanza a basso costo? Certo, sul Cammino di Santiago costi e spese sono importanti, ed è innegabile che vivere in maniera spartana per un mese, passando le notti in ostello e mangiando molto spesso “al sacco” sia molto più economico che crogiolarsi in un resort a 5 stelle su qualche spiaggia tropicale.
Ma bisogna prendere in considerazione anche la fatica e il dolore fisico che inevitabilmente si faranno sentire lungo il Cammino, così come l’occasionale frustrazione dovuta a qualche piccolo inconveniente come i famigerati roncadores (coloro che russano).
È vero che si può dormire con 5 euro a notte (qualcuno aggiungerebbe che si può dormire gratis negli albergue a donativo (offerta libera); ma questa è un’alternativa che noi non consideriamo perché contraria allo spirito di solidarietà che dovrebbe caratterizzare il pellegrino), ma le comodità fornite sono logicamente ridotte all’essenziale.
Per quanto il Cammino possa essere per alcuni una semplice vacanza, è importante comprendere che, intraprendendo questo viaggio, si diviene parte di un’esperienza collettiva, in virtù della quale ognuno deve anche tenere conto delle necessità altrui.
Questa non vuole essere una critica nei confronti di nessuno, ma se quello che cerchi è solo una vacanza economica all’insegna del divertimento sfrenato, forse il Cammino di Santiago non è quello che fa per te. Non avrai sicuramente problemi a trovare, sia in Italia che in Europa, una meta dai prezzi abbordabili che ti soddisfi; quando poi vorrai invece goderti un po’ di tranquillità e non ti dispiacerà l’idea di fare un’esperienza diversa, stai pur certo che il Cammino ti aspetterà a braccia aperte!
Il Cammino come opportunità di rafforzamento di una relazione
Alcuni intendono il Cammino come un modo per cementare un rapporto di coppia o un’amicizia. Una convivenza di 24 ore su 24 per un periodo relativamente prolungato di tempo potrebbe essere per qualcuno un’esperienza impegnativa, ma non per questo necessariamente negativa, anzi.
La chiave di tutto sarà trovare l’equilibro tra le esigenze di entrambi, nel tentativo di creare un’atmosfera piacevole di condivisione e reciproco supporto, senza per questo ridimensionare lo spazio personale dell’altro. Di questo argomento ne parliamo in modo più approfondito nell’articolo «Cammino di Santiago da soli o in compagnia?».
Voglia di cambiamento nella vita

Una delle ragioni che più spesso vengono date per giustificare la decisione di intraprendere questo percorso è la voglia (o forse la necessità?) di cambiamento. Esistono molte persone insoddisfatte, che si chiedono se il Cammino di Santiago ti cambia la vita e decidono di percorrerlo con la speranza di trovare risposte ai dilemmi che le affliggono, o semplicemente di dare una svolta a una routine che è diventata troppo ripetitiva.
Per alcuni questo approccio ha prodotto effettivamente dei risultati positivi: il Cammino è infatti un’esperienza di condivisione e altruismo che può aiutarci a mettere le cose in prospettiva e capire quanto poco tempo venga solitamente dedicato a conoscere e ascoltare sé stessi e gli altri. Questa nuova maniera di pensare e vivere la nostra vita sarà il “souvenir” più prezioso che potremmo portarci a casa a fine Cammino: una nuova consapevolezza che piano piano si insinuerà nella nostra vita di tutti i giorni e di cui non ci scorderemo mai.
Per coloro che sentono la necessità o si stanno apprestando a un cambiamento radicale, abbiamo pensato di riportare qui di seguito alcune citazioni e testi che secondo noi potrebbero essere di grande aiuto a questo riguardo, chiarendo in modo esplicativo quanto sia importante essere aperti al cambiamento e buttarsi in questa avventura affrontando le sfide che ne derivano.
Una frase che abbiamo trovato estremamente significativa è quella pronunciata da un gigante della letteratura, Mark Twain, che con il suo stile lapidario, sorprende sempre grazie alla sua capacità di colpire nel segno con pochissime parole:
«Tra vent’anni sarai più infastidito dalle cose che non hai fatto che da quelle che hai fatto. Perciò molla gli ormeggi, esci dal porto sicuro e lascia che il vento gonfi le tue vele. Esplora. Sogna. Scopri».
La seconda citazione è tratta dal film “Into the wild” (2007), scritto e diretto da Sean Penn e tratto dal libro di Jon Krakauer “Nelle terre estreme”:
«C’è tanta gente infelice che tuttavia non prende l’iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l’animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l’avventura. La gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell’avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso… Non dobbiamo che trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un’esistenza non convenzionale»
Per concludere riportiamo la poesia dal titolo “George Gray”, tratta dalla raccolta di poesie “Antologia di Spoon River ” di Edgar Lee Masters, un testo potente, quasi rivoluzionario nel suo essere diretto al punto: uno schiaffo all’inedia, alla paura di osare, alle occasioni perse, ai rimpianti.
“Molte volte ho studiato
la lapide che mi hanno scolpito:
una barca con vele ammainate, in un porto.
In realtà non è questa la mia destinazione
ma la mia vita.
Perché l’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;
l’ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino,
dovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita può condurre alla follia
ma una vita senza senso è la tortura
dell’inquietudine e del vano desiderio —
è una barca che anela al mare eppur lo teme”.
Quindi, perché fare il Cammino di Santiago?
Ognuno decide di fare il Cammino per ragioni differenti e qualcuno addirittura non sa bene perché abbia fatto questa scelta, e forse non troverà mai una risposta definitiva. Noi abbiamo provato a presentare in questo articolo i motivi più frequenti che spingono le persone a intraprendere questa esperienza, ma la verità è che fornire un elenco esaustivo sarebbe impossibile perché il Cammino è qualcosa di vivo, che cambia costantemente e che, a sua volta, cambia chi lo percorre.
Il viaggio non finirà una volta raggiunta la meta finale nella città del Santo: il Cammino è solo l’inizio del tuo percorso e una nuova tappa inizierà quando sarai tornato a casa.
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