La storia del Cammino di Santiago e del pellegrino
Il Cammino di Santiago è una rete di differenti itinerari che si snoda principalmente in territorio spagnolo e portoghese e che ha come destinazione finale la città spagnola di Santiago di Compostela, nella regione della Galizia. All’interno della cattedrale di Santiago sono conservate le spoglie di San Giacomo, uno degli apostoli di Gesù.
Proprio per questo motivo è diventato nel corso dei secoli un punto di riferimento e luogo di culto per tutta la cristianità, oltre che uno dei pellegrinaggi più percorsi, insieme a quelli diretti a Roma e Gerusalemme. Ripercorriamo insieme la storia del Cammino di Santiago e la sua evoluzione, entrambe condite da leggende e miti, per capire meglio cosa significhi fare il pellegrinaggio oggi e la trasformazione che ha subito la figura del pellegrino.
* immagine di copertina: Il Codex Calixtinus.
«Il Cammino è la vita stessa condensata in pochi giorni».
(Anonimo)
La storia del Cammino di Santiago

Il Cammino di Santiago di Compostela ha attraversato e attraversa la storia d’Europa da molto tempo ed è quindi inevitabile che le sue radici, benché affondino nella storia, siano avvolte nella leggenda. Questi due aspetti hanno alimentato il mito del Cammino come percorso dall’inestimabile valore spirituale quanto culturale, contribuendo a forgiare l’immagine e il significato che gli attribuiamo oggi.
Come spesso accade, discernere lo storico dal leggendario si è rivelata un’impresa ardua al punto che non è possibile fornirne una ricostruzione univoca; ma forse è proprio questo che continua ad affascinarci tutt’ora! Racconteremo qui ciò che la tradizione ha tramandato, particolarmente per quel che riguarda le origini del Cammino di Santiago.
Un esempio di questi racconti che possiamo definire “contraddittori”, è quello riconducibile allo scritto del 1165 del pellegrino Giovanni di Wurzburg, dove è riportato che, nella cattedrale di San Giacomo a Gerusalemme, oltre alla tomba di San Giacomo il Minore, si venera la testa di San Giacomo il Maggiore. Al contrario, alcune rappresentazioni presenti in Spagna, raffiguravano l’arrivo del Santo nella penisola iberica con il corpo integro.
Le origini del Cammino delle stelle

Come dice il nome stesso, il Cammino di Santiago trae origine dalla venerazione per San Giacomo il Maggiore, primo, fra i dodici apostoli di Gesù, ad essere stato martirizzato per la sua adesione alla fede cristiana. Intorno al 42 d.C., egli trovò infatti la morte per decapitazione su ordine dell’allora re della Giudea, Erode Agrippa.
In seguito, gli altri apostoli riuscirono a trafugare il corpo del Santo e attraversarono tutto il Mediterraneo sino a giungere sulle coste della moderna Galizia, sbarcando esattamente presso il porto dell’attuale cittadina di Padrón, allora chiamata Iria Flavia. Da qui in poi, per gli otto secoli successivi, si persero le tracce delle spoglie del Santo, fino a quando, intorno all’813 d.C, un eremita di nome Pelayo, seguendo una stella particolarmente luminosa, giunse ai piedi del monte Libradòn.
Qui scoprì un tumulo e, dopo aver informato il vescovo della zona Teodomiro, ai resti venne attribuita l’identità dell’Apostolo e di due suoi discepoli, Teodoro e Attanasio. Su questa leggenda si basa una delle teorie sull’origine del nome della città di Santiago di Compostela: è infatti da questo campo indicato dalle stelle che avrebbe origine il nome Compostela.
Successivamente, dell’accaduto fu informato il re delle Asturie Alfonso II il Casto, il quale stabilì che San Giacomo sarebbe divenuto il patrono del regno e dispose la costruzione di una chiesa nel luogo del ritrovamento. La leggenda, secondo la quale un apostolo sarebbe sepolto in Spagna, divenne di colpo realtà, infondendo così nuova forza ai fedeli cristiani di tutta Europa, soprattutto in un periodo in cui l’avanzata musulmana continuava ad espandersi in tutto il Mediterraneo.
La leggenda di Santiago Matamoros
Il rinvenimento delle reliquie fu effettivamente seguito da una serie di vittorie ad opera dei vari regni spagnoli contro l’invasore, successi che furono attribuiti proprio alla protezione dell’Apostolo. Si diffusero così le leggende di Santiago Matamoros, ovvero “l’Ammazza-Mori”, il santo guerriero a cavallo che appare in battaglia a fianco dei soldati cristiani e fa strage di musulmani (in molte chiese lungo il Cammino potrai vedere molti dipinti che raffigurano questo tema).
L’immenso valore attribuito alle reliquie religiose, contribuì a rendere la loro storia travagliata e irta di pericoli al punto che, per esempio, sul finire del XVI secolo le spoglie di Santiago furono nascoste per impedire che i pirati, che a quel tempo battevano le coste atlantiche della Spagna, se ne impossessassero. Per quasi tre secoli furono ritenute perdute, ma poi fortuitamente ritrovate nel 1879 e riconosciute ufficialmente da papa Leone XIII.
L’età di mezzo nella storia del Cammino di Santiago

Per quanto ci siano evidenze già da molto tempo prima (come i cammini effettuati dal vescovo di Puy, Godescalco, nel 951), le prime notizie dettagliate sul Cammino di Santiago ci sono giunte tramite il Codex Calixtinus del 1139 (foto all’inizio dell’articolo), il cui libro V è un’accurata narrazione della cultura, delle zone e delle “tappe” del Cammino Francese. Oggi potremmo quasi considerarlo una guida! La diffusione del Cammino fu incentivata quando, nel 1179, l’allora pontefice Alessandro III concesse l’indulgenza plenaria ai pellegrini che fossero giunti a Santiago.
Durante il Medioevo, proprio in funzione della protezione dei tanti pellegrini che si recavano nei principali luoghi santi, iniziarono a nascere nuovi ordini cavallereschi, come quello degli Ospitalieri e quello dei Templari, con le relative fortezze e ospitali. Un forte impulso alla notorietà del Cammino di Santiago venne dato anche dal pellegrinaggio svolto da San Francesco d’Assisi nel 1214 presso la tomba di San Giacomo: in quell’occasione Francesco fondò un convento esistente ancora oggi.
La crescita in popolarità e prestigio che il Cammino di Santiago conobbe durante gli ultimi due secoli del Basso Medioevo, così come era successo in seguito al ritrovamento dei resti di San Giacomo, galvanizzarono la Reconquista, la guerra combattuta per liberare la penisola iberica dalla dominazione islamica.
Questo periodo di occupazione si concluse finalmente nel 1492, quando Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, che saranno poi conosciuti con l’epiteto di “Los Reyes Católicos” (“I Re Cattolici”), sconfissero l’ultimo dei governanti arabi presenti sulla penisola, unificando così la Spagna. È proprio in questo periodo, inoltre, che si costruirono molti ponti e strade in tutto il nord della Spagna affinché i pellegrini potessero viaggiare più agevolmente verso Santiago di Compostela.
Il Cammino nell’età moderna
Dopo il Medioevo, le notizie sul Cammino di Santiago giunte sino a noi sono sporadiche e, nonostante i pellegrinaggi continuassero, il Cammino venne un po’ dimenticato. Furono numerosi i motivi di questo abbandono, tra questi ebbe notevole importanza lo sviluppo e la diffusione dell’Illuminismo e delle sue idee: queste manifestazioni “obsolete” di devozione vennero allora criticate alla luce della razionalità come unico criterio di valutazione (famosa la critica di Erasmo da Rotterdam ai pellegrinaggi come esibizione esteriore di fede).
La Riforma protestante complicò ulteriormente le cose, aumentando le tensioni militari e religiose e causando addirittura la chiusura dei confini dei regni cattolici (come per esempio la Spagna) per evitare l’entrata dell’eresia protestante. Un altro avvenimento importante nella storia del Cammino di Santiago si verificò nel 1589, quando le reliquie del Santo vennero spostate presso un luogo segreto per paura che gli inglesi, capitanati dal leggendario Francis Drake, invadessero la Galizia e le trafugassero.
Uno dei personaggi più importanti, grazie alle numerose informazioni che ha fornito su questo pellegrinaggio, è l’italiano Domenico Laffi, un sacerdote bolognese che si recò a Santiago in pellegrinaggio almeno tre volte: nel 1666, nel 1670 e nel 1673. Successivamente si spinse sino a Finisterre, Lisbona, Madrid e persino a Cordoba e Granada. Una pietra miliare per i pellegrini del tempo fu infatti il suo libro, che in seguito si diffuse ampiamente in Italia: “Viaggio in Ponente a San Giacomo di Galitia e Finisterrae, Bologna, 1673”.
La Via di San Giacomo nell’età contemporanea
Un impulso al ritorno al pellegrinaggio a Santiago di Compostela, fu la riscoperta delle reliquie di San Giacomo nel 1879, tuttavia i vari conflitti che dilaniarono l’Europa nella prima metà del XX secolo, in particolare la Guerra Civile Spagnola e la Seconda Guerra Mondiale, rallentarono questa tendenza.
Solo negli anni ’50 e ’60 del 1900 il Cammino di Santiago iniziò timidamente a riprendersi e i momenti decisivi furono la visita di papa Giovanni Paolo II nel 1982 e la nomina a “Itinerario culturale europeo” da parte del Consiglio d’Europa nel 1987. Furono conseguentemente stanziati dei finanziamenti che favorirono l’introduzione di una segnaletica adeguata e lo sviluppo delle accoglienze e dei servizi lungo tutto il Cammino.
Nel 1993, il Cammino di Santiago venne poi dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. A poco a poco il numero dei pellegrini iniziò costantemente a salire ogni anno e persone di tutte le nazionalità e di tutte le lingue iniziarono a percorrere questo pellegrinaggio, sino ad arrivare all’enorme numero di 347.578 persone come dichiarato nelle statistiche del Cammino di Santiago del 2019.
L’Anno santo giacobeo

Nella storia del Cammino di Santiago, gli anni santi che si sono succeduti nei secoli hanno sempre rivestito una grandissima importanza, sia dal punto di vista religioso che culturale o politico. Ma che cos’è un anno santo?
Ogni qualvolta il 25 luglio cade di domenica, nella Città di Santiago di Compostela si celebra il cosiddetto anno giacobeo o giubilare. La cadenza con cui questo avvenimento si sussegue è ogni sei, cinque, sei, undici anni e così via: come nel 2021 e a seguire il 2027, 2032, 2038, 2049. L’inaugurazione avviene con l’apertura della Porta Santa (foto sopra) della cattedrale di Santiago il 31 dicembre dell’anno precedente, durante la quale l’arcivescovo della città, usando un martelletto d’argento, percuote tre volte dall’esterno il muro dove si affaccia la porta.
A partire da questo momento, questa Porta rimarrà aperta per tutto l’anno compostellano e sarà l’ingresso che utilizzeranno i pellegrini per entrare nella cattedrale. Come potrai constatare, l’immensa cattedrale di Santiago ha molte porte, ma quella Santa” è molto speciale. Questa è la “Puerta del Perdón“, ovvero la “Porta del Perdono”, la quale si affaccia su Plaza Quintana e che normalmente troverai sempre chiusa, tranne appunto che in un anno santo.
Per coloro che sono devoti e per chi comunque attribuisce un significato religioso al Cammino, colui che varcherà la soglia santa guadagnerà la completa indulgenza dei propri peccati. Anche per questo motivo, nella storia del Cammino di Santiago, la celebrazione degli anni santi ha sempre svolto un ruolo di estrema importanza, dato dal fatto che il numero dei pellegrini in cammino ha sempre subito un aumento vertiginoso al verificarsi di questo particolare avvenimento.
Il pellegrino: dal medioevo ai giorni nostri

Anticamente la figura del pellegrino era indissolubilmente legata alla religione, essendo il suo un percorso di fede e un atto di devozione nei confronti di un luogo santo: il suo incedere era infatti scandito dalla preghiera e dai riti compiuti in onore di Dio.
Capitava frequentemente che venisse anche percorso a titolo di penitenza per un peccato commesso, oppure che fosse disposto da giudici che ritenevano il Cammino una modalità di espiazione adeguata di una pena (come succede talvolta anche oggi, grazie a lodevoli iniziative come quella dell’associazione “Lunghi Cammini”).
Un altro dei motivi più diffusi era la richiesta di grazia o di guarigione per un congiunto malato.
Il pellegrino adottava anche un preciso modo di vestirsi:
- un vestito non troppo lungo così che non si impigliasse tra i rami;
- una bisaccia contenente solo l’indispensabile, perché doveva confidare nella provvidenza divina;
- il cappello per proteggersi dal sole e dalla pioggia;
- un bordone di legno che serviva da supporto e sostegno nei momenti più difficili;
- una borraccia (la calabaza) ricavata da una zucca, indossata all’altezza della cintura o attaccata al bastone;
- un’arma per difendersi dai ladri o dagli animali;
- un piccolo sacchetto di pelle per il denaro, portato in modo tale che il contenuto fosse visibile, a testimonianza della fiducia del pellegrino nella provvidenza.
Un aspetto importante da considerare è che il viaggio a piedi iniziava da casa propria e lì finiva, durando quindi mesi o anni e comportava un notevole sacrificio anche dal punto di vista economico: alcuni, per poter sostenere il costo del pellegrinaggio, dovevano vendere parte dei loro averi. Tutti coloro che partivano, consci che avrebbero affrontato innumerevoli insidie come briganti, animali pericolosi e intemperie, provvedevano a disporre dei propri averi redigendo quasi sempre un testamento.
Il pellegrino moderno nella storia del Cammino di Santiago
Per quel che riguarda il pellegrino odierno, è ovvio che l’evoluzione della civiltà abbia radicalmente cambiato moltissimi aspetti di questa esperienza, facilitando il percorso ed eliminando tutti i pericoli che potevano anche essere letali per il pellegrino medievale. Questo non significa che camminare per 800 km per 30 giorni di seguito sia un’impresa da poco, né che lo sia affrontare alcune tappe particolarmente impegnative con salite ripide o interminabili campi sotto il sole cocente.
Quello che crediamo sia il vero ostacolo da affrontare, è il superamento dei limiti che la società moderna ha imposto, mettendo da parte i comfort a cui ci ha abituati, in primis il fatto di poterci muovere con qualsiasi mezzo di trasporto anche solo per fare qualche metro! A questo proposito, il Cammino ci farà riscoprire il piacere di camminare e apprezzare il lento incedere tra la natura, avendo con sé solo quanto è davvero indispensabile.
Il pellegrino moderno ha un’unica irrinunciabile necessità: quella di non perdere la forza di volontà e la tenacia: due alleati imprescindibili per portare a termine il Cammino di Santiago.
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