Libri sul Cammino di Santiago, poesie e preghiere
Come abbiamo già accennato nell’articolo «Media e risorse«, le opere legate al Cammino di Santiago sono innumerevoli e riguardano praticamente tutti gli aspetti che caratterizzano questo pellegrinaggio.
I libri sul Cammino di Santiago variano da diari dal taglio avventuroso a quelli più scanzonati o intimisti, da libri che riguardano i preparativi alle guide del Cammino di Santiago dedicate ai vari percorsi.
É davvero complicato fare una selezione delle letture più interessanti, emozionanti o di supporto per i pellegrini alle prime armi: cercheremo comunque di consigliarti quelle che riteniamo più significative o che comunque trattano il tema in modo originale ed efficace. Il primo che ci sentiamo di consigliarti, particolarmente se sei interessato al contesto storico medievale, è «Il Cammino del mondo» di Pierre Barret e Jean-Noël Gurgand.
Non trascureremo anche di dare uno spazio alla preghiera e alla poesia, quest’ultima una forma d’arte che riteniamo preziosa e sottovalutata, selezionando quelle che più ci hanno colpito indipendentemente dalla fama dell’autore.
* immagine di copertina: Il Codex Calixtinus.
«La certezza è che la parola scritta è il più grande e invulnerabile dei rifugi, perché le sue pietre sono unite dalla malta della memoria».
(Luis Sepúlveda)
I libri sul Cammino di Santiago

È sufficiente una ricerca online per rendersi conto di quanto sia ingente, quasi sconfinato, il numero delle pubblicazioni che trattano del Cammino di Santiago e di tutti i suoi aspetti. Se si dovessero anche considerare i blog personali, sarebbe davvero impossibile fare un elenco esaustivo, ma possiamo dire che la maggior parte della produzione letteraria si divide in tre categorie:
- I diari che riportano quanto accaduto all’autore durante il Cammino (utilizzando la prima o la terza persona come voce narrante);
- I “manuali” che parlano di tutto ciò che concerne la preparazione al Cammino di Santiago;
- I romanzi che affrontano il tema in parte come diario, ma con l’aggiunta di elementi e tematiche proprie della narrazione romanzesca.
Tralasciando le prime due tipologie, delle quali sono piuttosto evidenti le finalità e l’approccio nei confronti del lettore, accenneremo alla terza, considerando che il libro più famoso e venduto appartiene a questa categoria. Ci stiamo ovviamente riferendo al famoso libro di Paulo Coelho, “Il Cammino di Santiago”.
Non entriamo qui nel merito del romanzo, anche perché apprezziamo molto l’autore e crediamo che questo libro abbia contribuito allo sviluppo del Cammino di Santiago negli ultimi decenni; anzi, pensiamo che le numerose critiche che questo libro ha ricevuto siano da attribuire al fatto che il lettore si aspetta di trovare una sorta di guida da consultare per documentarsi sul Cammino o un diario di viaggio.
Diversamente, il romanzo possiede un taglio a suo modo “mistico” e propone una lettura che va oltre la semplice storia narrata. Consci di questa premessa, crediamo che il romanzo valga la pena di essere letto e te lo consigliamo per entrare a pieno nello spirito del Cammino di Santiago.
Il Cammino immortale
Il primo dei romanzi che ci ha conquistato e di cui vogliamo parlarvi è “Il Cammino immortale” di Jean-Christophe Rufin, medico e scrittore francese tra i fondatori di Medici Senza Frontiere. L’autore stesso definisce il Cammino di Santiago “Un viaggio indimenticabile che invita a riflettere e cercare sé stessi” e descrive la sua personale avventura sull’itinerario Francese con un senso dell’umorismo unico.
La storia narrata nel libro si svolge tra le coste basche e cantabriche sino a raggiungere le montagne della Galizia e la città di San Giacomo, attraverso ritratti colorati di pellegrini, aneddoti divertenti ed un gergo colloquiale e diretto che strapperà qualche sorriso (anche se qualcuno potrebbe ritenerlo un po’ troppo caustico!).
Ma è proprio questa caratteristica che fa di questo libro un unicum, in quanto si differenzia notevolmente dai diari in cammino più frequentemente reperibili in libreria: potremmo definirlo come un racconto spudorato del pellegrinaggio moderno, senza esaltare né sminuire l’esperienza Cammino.
Libri sul Cammino di Santiago: “Requiem del pellegrino”
Il libro di Riccardo Latini “Requiem del Pellegrino” è uno di quei volumi che non dovrebbe mancare nella personale biblioteca di un pellegrino, perché non è un semplicemente un resoconto delle sue giornate in cammino, ma un racconto intimo e profondo delle esperienze e delle sensazioni provate lungo questo e altri itinerari.
Un libro che non dà risposte certe, ma mette un punto fermo: il viaggio è più importante della meta e la ricerca di sé stessi e dei propri “perché” è una delle sfide più difficili che ci siano. Un viaggio lungo una vita che trasuda amore per il camminare, inteso anche come contrasto evidente tra la frenesia della vita attuale e l’incedere misurato del passo di un pellegrino.
I numerosi viaggi che l’autore ha intrapreso (per un totale di circa 18000 km percorsi) lo hanno portato a infondere un po’ della sua esperienza anche in altre pubblicazioni, tra cui l’ottima guida “A Santiago lungo la Via de la Plata e il Cammino Sanabrese” di Terre di Mezzo Editore, probabilmente la più completa in commercio dedicata a questi itinerari. Puoi visionarla e leggere un’intervista all’autore sul sito Percorsi di Terre.
Cammino di Santiago libri da non perdere: «Il sogno del drago»
Pensiamo non ci sia molto da aggiungere sull’autore di questo libro, Enrico Brizzi! Probabilmente lo conoscerai come l’autore di “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, il quale, nonostante sia stato scritto ormai 25 anni fa, rimane un dirompente simbolo di freschezza giovanile.
Nel tempo Brizzi ha dedicato una parte importante della sua vita ai cammini, particolarmente quelli italiani, realizzando molte opere che ne approfondiscono le tematiche e i percorsi. “Il sogno del Drago. Dodici settimane sul Cammino di Santiago da Torino a Finisterre” racconta in seconda persona la storia di tre amici che decidono di percorre il Cammino partendo da casa, mettendo da parte per un lungo periodo tutto il loro abituale ecosistema formato da casa, famiglia e lavoro.
Dopo una dettagliata preparazione, inizia un intenso viaggio che durerà 12 settimane (almeno per Brizzi, gli altri due non arriveranno sino a Finisterre) e che trasporterà il lettore attraverso la storia del Cammino di Santiago, verso la sua dimensione religiosa, non mancando comunque di narrare la quotidianità e le difficoltà insite in questa avventura.
Troverai inoltre dei resoconti storici, alternati alla constatazione delle sfide pratiche da affrontare e gli incontri di ogni genere con persone diverse e a volte pittoresche: insomma, un libro che con leggerezza affronta tutti i principali aspetti di questa esperienza.
I libri sul Cammino di Santiago: “La Via lattea”
Questo libro, scritto da Piergiorgio Odifreddi con la con la collaborazione di Sergio Valzania, è il racconto del Cammino Francese compiuto dai due tra aprile e maggio del 2008. La particolarità che lo differenzia dagli altri “diari” sul Cammino di Santiago, è la presenza di una specie di duello intellettuale tra i due autori (con Valzania sostituito per un tratto dallo storico Franco Cardini), in cui le posizioni del matematico ateo Odifreddi e del giornalista e storico credente Valzania si confronteranno sul Cammino, la religione e la vita in generale.
Come riportato dall’autore stesso, questo confronto tra due persone con idee apparentemente contrapposte non porterà alla conversione di nessuno dei due, ma ad una serie di schermaglie in cui i protagonisti finiranno per apprezzare, pur non condividendole, le teorie altrui così ben sostenute.
Le disquisizioni si svolgeranno lungo tutto il Cammino, consentendo di percorrere un viaggio attraverso la spiritualità, la fede e la logica scientifica nel tentativo di spiegare gli insondabili misteri della devozione e delle suggestioni filosofiche.
Ma non temere, non è un libro di pesante filosofia! Il linguaggio sarà sempre scorrevole, accessibile e per niente “alto”; inoltre, troveranno spazio tutti gli elementi del tipico resoconto del Cammino di Santiago, come le descrizioni dei luoghi attraversati, le incursioni nella gastronomia locale, gli episodi anche divertenti che contraddistinguono quest’esperienza unica.
I dialoghi tenuti dai due autori lungo il Cammino sono stati inoltre registrati e resi disponibili per essere ascoltati; ne parliamo più approfonditamente nel nostro articolo sulle canzoni del Cammino di Santiago, musica e podcast!
Un milioneottocentomila passi. Io, il mio bambino e il Cammino di Santiago
Tra i libri che parlano del Cammino di Santiago, ci fa piacere anche includere il racconto on the road di Elisabetta Orlandi, che ha la particolarità di raccontare la storia del suo Cammino percorso tra giugno e luglio 2007 insieme al figlio di 8 anni Johann. L’itinerario prescelto è quello Francese percorso interamente dai Pirenei a Santiago di Compostela, raccontando tutte le vicissitudini accadute.
Non c’è nulla di meglio che riportare le parole dell’autrice per entrare subito in sintonia con il libro:
“Questa mattina mi ha svegliata un nome. Santiago. Mi si è presentato in testa all’improvviso, forte come il rombo di un tuono. Stavo dormendo, era ancora molto presto. Fuori, la luce lattea del mattino stentava a distendersi sulla valle, e io di certo non avevo voglia di aprire gli occhi, nè tanto meno di scendere dal letto, svegliare Johann e dirgli: “Ciao bimbo mio! Hai dormito bene? Sai dove andremo l’anno prossimo? A Santiago a piedi! Invece è proprio quello che ho fatto”.
Non è la prima volta che un genitore decide di intraprendere il Cammino di Santiago con un figlio piccolo né tantomeno è la prima volta che si scrive di questo, ma la freschezza, la scorrevolezza e l’assenza di retorica rendono la lettura di questo libro davvero piacevole.
Lo consigliamo in particolare a quei genitori che stanno accarezzando un’idea simile: questa lettura li aiuterà a capire che non si tratta di un’impresa impossibile! Nell’articolo «Il Cammino di Santiago: film, video e foto» potrai vedere il video di un’intervista all’autrice e al figlio.
Il Cammino di Santiago: poesie e preghiere

Come dimenticare questi due aspetti importanti del Cammino di Santiago? Se le prime sono necessariamente religiose e quindi potrebbero essere più amate da coloro che intraprendono questa esperienza da credenti, la poesia non ha confini ed è spesso in grado di condensare in poche armoniose righe dei concetti lunghi e profondi.
Sin dalle origini del Cammino di Santiago, le preghiere recitate dai pellegrini (le cui tracce si trovano anche nel Codex Calixtinus, pietra miliare nella storia del Cammino di Santiago e del pellegrino) hanno sempre avuto un ruolo centrale, soprattutto alla luce del fatto che il Cammino nasce appunto come pellegrinaggio e percorso di fede.
Come già riportato nell’articolo sul perchè fare il Cammino di Santiago, uno dei primi “assaggi” che farai in merito a questo argomento, sarà certamente la preghiera del pellegrino:
“O Dio, che portasti fuori il tuo servo Abramo dalla città di Ur dei Caldei, proteggendolo in tutte le sue peregrinazioni, e che fosti la guida del popolo ebreo attraverso il deserto, ti chiediamo di custodirci, noi tuoi servi, che per amore del tuo amore andiamo pellegrini a Santiago de Compostela.
Sii per noi compagno nella marcia, guida nelle difficoltà, sollievo nella fatica, difesa nel pericolo, albergo nel cammino, ombra nel calore, luce nell’oscurità, conforto nello scoraggiamento e fermezza nei nostri propositi, perché, con la tua guida, giungiamo sani e salvi al termine del Cammino e, arricchiti di grazia e di virtù, torniamo illesi alle nostre case, pieni di salute e di perenne allegria e pace. Per Cristo nostro Signore. Amen.
San Giacomo, apostolo di Gesù, prega per noi. Maria, madre di Dio, prega per noi.”
Un’altra invocazione che guida i pellegrini credenti durante il loro percorso verso il luogo in cui riposa San Giacomo e che abbiamo trovato affissa in una chiesetta vicino Pamplona è questa:
“Beato te, pellegrino, se scopri che il Cammino ti apre gli occhi su ciò che non si può vedere.
Beato te, pellegrino, se ciò che ti interessa di più non è arrivare, ma arrivare con gli altri.
Beato te, pellegrino, se guardando il Cammino scopri che è pieno di nomi e albe.
Beato te, pellegrino, perché hai scoperto che il vero Cammino inizia solamente una volta completato.
Beato te, pellegrino, se lo zaino continua a svuotarsi delle cose e il tuo cuore non sa dove mettere così tanti sentimenti ed emozioni.
Beato te, pellegrino, se capisci che un passo indietro per aiutare qualcuno vale cento passi avanti fatti senza guardare chi o cosa si trova al tuo fianco.
Beato te, pellegrino, non trovi le parole per dire grazie per tutto ciò che ti sorprende a ogni svolta della strada.
Beato te, pellegrino, se cerchi la verità e fai entrare il Cammino nella tua vita.
Beato te, pellegrino, se lungo la via trovi te stesso e ti concedi tutto il tempo, senza fretta, così da non trascurare l’immagine del tuo cuore.
Beato te, pellegrino se scopri che il Cammino è molto incentrato sul silenzio; il silenzio della preghiera; della preghiera d’incontrare Dio che ti aspetta”.
La poesia e il Cammino di Santiago

Un componimento che nel tempo è diventato uno dei simboli più conosciuti del Cammino di Santiago è la poesia di Eugenio Garibay Baños, scritta su un muro alle porte della città di Nájera sul Cammino Francese. Questo singolare sacerdote, scomparso purtroppo nel 2018, è stato per molti anni il pastore di Azofra e, per un periodo, anche collaboratore di Elías Valiña Sampedro, il sacerdote che inventò, grazie al fortuito incontro con una latta di vernice gialla, il simbolo della freccia gialla del Cammino di Santiago.
Polvo, barro, sol y lluvia
es Camino de Santiago.
Millares de peregrinos
y más de un millar de años.
Peregrino ¿Quién te llama?
¿Qué fuerza oculta te atrae?
– Ni el campo de las Estrellas
ni las grandes catedrales.
No es la bravura Navarra,
ni el vino de los riojanos
ni los mariscos gallegos,
ni los campos castellanos.
Peregrino ¿Quién te llama?
¿Qué fuerza oculta te atrae?
– Ni las gentes del Camino
ni las costumbres rurales.
No es la historia y la cultura,
ni el gallo de la Calzada
ni el palacio de Gaudí,
ni el castillo Ponferrada.
Todo lo veo al pasar,
y es un gozo verlo todo,
mas la voz que a mí me llama
la siento mucho más hondo.
La fuerza que a mí me empuja
la fuerza que a mí me atrae,
no sé explicarla ni yo.
¡Sólo El de arriba lo sabe!
Polvere, fango, sole e pioggia
è il Cammino di Santiago.
Migliaia di pellegrini,
e più di mille anni.
Pellegrino, chi ti chiama?
Quale forza sconosciuta ti attrae?
Nè il Campo di Stelle,
nè le grandi cattedrali.
Non è il coraggio navarro,
nè il vino dei riojanos,
nè i frutti di mare galiziani,
nè i campi castigliani.
Pellegrino, chi ti chiama?
Quale forza sconosciuta ti attrae?
Nè le genti del Cammino,
nè le tradizioni rurali.
Non sono la storia e la cultura,
nè il gallo della Calzada,
nè il palazzo di Guadì.
nè il castello di Ponferrada.
Tutto ciò vedo al passare,
ed è una gioia vederlo,
ma la voce che mi chiama
la sento molto più nel profondo.
La forza che mi spinge,
la forza che mi attrae,
non so spiegarla nemmeno io.
Solo Lui lassù la conosce!
Un altro scritto che ci ha particolarmente colpito è “Il pellegrinaggio dell’uomo appassionato” di Sir Walter Raleigh, scritto all’incirca nel 1613. Ecco un estratto:
“Datemi la mia smerlata conchiglia della calma,
il mio bastone della fede per sostenermi nel cammino,
la mia bisaccia di gioia, dieta immortale,
la mia fiaschetta della redenzione,
il mio abito di gloria, vero pegno della speranza,
e in tal modo io compirò il mio pellegrinaggio”.
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