
Come ogni esperienza che travalica l’ordinario, il Cammino di Santiago lascia una traccia indelebile nell’anima, donando a chi lo compie emozioni e ricordi che durano nel tempo. Questi elementi, sovente racchiusi in un’immagine, in un testo redatto su un diario o anche solo in un piccolo souvenir, si propagano nel tempo come in un caleidoscopio di emozioni e sensazioni.
Capiterà di frequente di parlarne agli altri, di raccontarlo a sé stessi, di riflettere sulla misura in cui questa avventura abbia influito o meno sulle azioni e le scelte successive.
Se volessi approfondire questo aspetto e quello che riguarda i ricordi del Cammino di Santiago, ti rimandiamo all’articolo «Il ritorno a casa: il Cammino di Santiago ti cambia la vita?«, dove cerchiamo di rispondere a questa importante domanda che ogni pellegrino prima o poi si pone.
Adesso iniziamo un piccolo viaggio nei ricordi del Cammino di Santiago, nelle tracce che questo percorso lascia in ogni pellegrino; ne seguiremo le orme attraverso tre racconti, che, pur nella loro semplicità, risvegliano quelle memorie capaci di riportare immediatamente il cuore e l’anima lungo la via delle stelle verso Santiago.
“Avete percorso questa strada senza età fino alla soglia delle terre d’Occidente, seguendo durante le ore del giorno la corsa del Sole e durante le ore della notte quella della Via Lattea. Ed è allora, che una volta o l’altra, vi è capitato di provare al fondo della vostra fatica, fuggevolmente, inesprimibilmente, ciò che di più umano può esservi nella condizione dell’uomo”.
Da «Il cammino del mondo« di Pierre Barret e Jean-Noël Gurgand.
A piccoli passi: i racconti di tre pellegrini

Ogni pellegrino, durante le lunghe ore passate camminando, ha tantissimo tempo per riflettere, per ricordare, per ripensare a tanti aspetti della propria vita e alle motivazioni che lo hanno spinto a partire.
Questo percorso d’intima ricerca di sé stessi, sommato agli avvenimenti vissuti durante il Cammino di Santiago, originerà un intenso lavorio che lascerà probabilmente una traccia profonda nell’animo dei pellegrini più sensibili a questi aspetti.
Tra le esperienze più citate, troviamo certamente quella che riguarda l’accoglienza presso gli ostelli del Cammino di Santiago maggiormente rappresentativi. Ci riferiamo sia a luoghi a donativo come l’albergue San Juan Bautista di Grañon o l’Hospital de San Nicolas di Puentefitero sul Cammino Francese, che a “rifugi” improvvisati offerti a pellegrini in difficoltà.
A questo proposito, riviviamo del Cammino di Santiago emozioni e sensazioni di Joao, un pellegrino portoghese che percorse la Via de La Plata qualche anno fa.
Cammino di Santiago emozioni: un’accoglienza al buio
“Stavo camminando da parecchie ore in Estremadura, ma lentamente mi sono reso conto di aver clamorosamente sbagliato il calcolo dei chilometri per arrivare a fine tappa. Tutto ciò, sommato alla stanchezza accumulata, ha fatto sì che decidessi di deviare dal percorso tracciato per raggiungere un piccolo pueblo; ero davvero stremato e affamato.
Lì non c’erano albergue e quindi ho chiesto a una famiglia del posto dove avrei potuto trovare un posto letto. Allora, non sapevo ancora di aver appena parlato con due pellegrini che si erano conosciuti lungo il Cammino di Santiago tanti anni prima, innamorati e successivamente stabiliti lì.
Si erano ripromessi di accogliere e aprire le porte di casa a tutti coloro che ne avessero avuto bisogno, con l’obiettivo di “restituire” un po’ dell’altruismo che avevano ricevuto. Sin dal primo momento mi hanno donato ospitalità e fatto sentire come uno di famiglia, rifocillato e messo a disposizione un letto con lenzuola fresche e profumate.
Hanno pregato con me e mi hanno raccontato le loro avventure lungo il Cammino di Santiago. Porto quelle parole sempre con me, come un ricordo prezioso e un momento di fratellanza e amore estremamente prezioso.
Non ho potuto nascondere la commozione e la gratitudine per quei gesti e, nel momento in cui ho pianto, ricordo di aver ricevuto un abbraccio e un sorriso che mi hanno scaldato il cuore. Ho iniziato a chiedermi se anche io avrei agito come loro nei confronti di un estraneo. Allora non avevo una risposta certa a questa domanda, ma adesso so che quell’esempio ha lasciato una traccia che cerco di seguire ogni giorno”.
Il chorizo e le margherite: la storia di Freja e Caroline

“Quando io e la mia amica siamo partite da Oviedo per il nostro primo Cammino, il Primitivo, mai avremmo pensato che questa buonissima specialità spagnola (il chorizo!) potesse mai avere un legame con un fiore, né che avremmo ricordato entrambe le cose con un sorriso così affettuoso!
Tutto ebbe inizio (o almeno così noi credevamo) un giorno in cui trovammo una piccola margherita su ognuno dei nostri letti in ostello. Ci guardammo intorno stupite, senza però notare nessuno in particolare né ricevere alcuna spiegazione, o almeno poter intuire chi le avesse lasciate.
Nei giorni successivi la cosa si ripeté altre due volte, anche se con leggere differenze. Un giorno trovammo i fiori sulle sedie lasciate libere qualche minuto per mettere sotto carica il cellulare in camera, un’altra volta sul tavolino del bar dove avevamo lasciato gli zaini per andare a ordinare un panino.
Il mistero si rivelò difficile da dipanare, anche perché nessun pellegrino ci aveva dimostrato particolare interesse durante il Cammino. Tuttavia, fu il giorno dell’arrivo a Santiago che scoprimmo chi fosse il romanticone, perché proprio nella piazza della Cattedrale, nell’euforia generale per il compimento del Cammino, ci si avvicinò un anziano pellegrino con due margherite (non abbiamo mai saputo né dove né quando le avesse raccolte…).
Fu a quel punto che ricordammo!
Il primo giorno di Cammino, durante una pausa pranzo in un’area picnic nel bosco, eravamo intente ad affettare del chorizo appena comprato. Ad un tratto vedemmo un pellegrino osservarlo con sguardo “famelico” da un tavolo vicino, così gliene offrimmo un po’ insieme a del pane e una bibita, pranzando insieme e chiacchierando allegramente.
Dopo un po’ ci ringraziò e andò via con mille sorrisi. Mai avremmo immaginato che fosse lui il nostro instancabile ammiratore segreto! Possiamo dire però che questo piccolo episodio ci ha strappato tanti sorrisi e regalato un ricordo da portare con noi insieme alla gioia per aver compiuto questa meravigliosa esperienza”.
I ricordi del Cammino di Santiago: un finale dolce-amaro

“Il nostro Cammino Portoghese è stato più di quello che ci aspettavamo, molto di più. Una sorpresa che ha entusiasmato me e le mie piccole. Siamo partiti quasi per gioco, io e le mie bambine, tornando a casa ricchi di tanti piccoli tesori che custodiamo gelosamente.
Si è rivelata un’avventura fantastica, e, come capita ad alcuni, mi sono sorpreso nello scoprire quanta nostalgia possa lasciare nel cuore. Appena arrivati a Santiago di Compostela, ci siamo guardati dritti negli occhi, quasi come se volessimo condividere con forza quella sensazione di non voler tornare a casa.
Giada si è rivelata particolarmente sensibile e più triste di sua sorella, che sembrava affrontare questa sensazione di “fine” come breve e passeggera. Forse non eravamo pronti, né ci siamo mai resi conto di quanto tutte quelle persone apparentemente estranee che formavano la nostra cricca in cammino fossero divenute importanti.
Giunti a Finisterre e ammirato il magnifico tramonto in riva all’oceano, abbiamo parlato tanto, ricordando tutti i dubbi che ci avevano attanagliato prima della partenza, tutte le esitazioni che quasi ci avevano portato a desistere.
In quel momento ci siamo ripromessi di tornarci un giorno, quando loro saranno più grandi e il loro papà più vecchio. Un nuovo cammino, pieno di abbracci e sorrisi, colmo di nuovi ricordi che arricchiscono il cuore e l’anima”.
Camminando tra le righe: i ricordi del Cammino di Santiago
Oggi abbiamo letto tre storie, tre esperienze personali raccontate da pellegrini conosciuti lungo i sentieri del Cammino di Santiago. Citare tutti gli episodi che accadono durante un’avventura così lunga e articolata è davvero impossibile, tanto più perché essi risultano essere soggettivi e toccano corde emozionali diverse per ognuno di noi.
I ricordi del Cammino di Santiago, o di qualunque altra esperienza di viaggio che lascia una traccia importante, sono elementi preziosi da portare con sé, interiorizzando le varie sfaccettature che li caratterizzano (positive o negative che siano).
Infine, chiudiamo con un aforisma di uno dei più grandi scrittori contemporanei, Milan Kundera, che, in poche parole, condensa ciò che la trepidante attesa della partenza origina in ognuno di noi; uno dei momenti indimenticabili di un viaggio intriso di ricordi.
“E non c’è niente di più bello dell’istante che precede il viaggio, l’istante in cui l’orizzonte del domani viene a renderci visita e a raccontarci le sue promesse”
