
Da sempre sfondo di viaggi spirituali e d’intime metamorfosi, il Cammino di Santiago di Compostela è stato, innumerevoli volte, reso protagonista di film e documentari (vi invitiamo a dare un’occhiata al nostro articolo “Il Cammino di Santiago: film, video e foto”).
Aaron C. Leaman, però, è riuscito nell’ardua impresa di raccontarlo in maniera unica nel suo lungometraggio Looking for Infinity: El Camino. Un viaggio nei pellegrini e con i pellegrini, lungo una strada dentro le loro e le nostre anime.
Documentario Cammino di Santiago: raccontato così come lo si vive
In questo film documentario, il cammino più famoso al mondo viene raccontato in modo diretto e sincero, proprio così come lo ha vissuto chiunque sia mai stato tra i tantissimi pellegrini che ogni anno percorrono le sue 500 miglia. I volti delle persone che inevitabilmente si incontrano, i suoni delle voci (per lo più spagnole e inglesi) che raccontano le storie che le hanno portate a essere lì; i paesaggi, sempre posti a incorniciare quella strada, che scorrono come dipinti davanti ai propri occhi.
Il progetto di Leaman è stato realizzato a partire dal 2014, nell’arco di due anni, senza alcun budget, ma solo grazie alle donazioni dei pellegrini. Ciò non impedisce tuttavia al prodotto di risvegliare i ricordi di chi ha vissuto l’incredibile esperienza che è il Cammino di Santiago e di convincere definitivamente chiunque ne abbia sentito parlare a intraprendere questa indimenticabile avventura.
Infinite motivazioni, una rinascita comune
Tra le immagini suggestive riprese dalla telecamera di Leaman, Looking for Infinity ci trasporta per qualche minuto su quella strada polverosa, che in così tanti hanno deciso d’intraprendere, ognuno con le motivazioni più disparate.
Chi nel tentativo di superare una grave perdita, chi stremato da un lavoro che lo consuma, chi mosso dalla fretta causata da problemi di salute che vanno inesorabilmente a peggiorare. Qualcuno addirittura per puro caso, ritrovatosi solo dopo essere stato invitato da un amico infortunatosi pochi giorni prima della partenza.
Tutti spinti da motivazioni diverse ma tutti accomunati dalla stessa sensazione di speranza, dalla stessa fatica, dalla stessa soddisfazione e dalla stessa sensazione di rinascita che rendono il cammino di Santiago un viaggio così unico nel suo genere.
Il cammino di Santiago come metafora della vita

Tra i vari detti e frasi sul cammino di Santiago, si dice che gli stessi paesaggi che circondano la strada di Santiago di Compostela, siano un indizio per leggere questo viaggio come metafora della vita. Vi è il suo inizio movimentato tra i saliscendi delle montagne, aspri ma entusiasmanti come l’imprevedibilità dell’adolescenza.
Segue la calma delle pianure, da percorrere con la consapevolezza raggiunta nella vita adulta. E infine Santiago e l’oceano, metafora della quiete e della saggezza, intenta ad ammirare il ruggito degli altrui mari in tempesta.
Ed è proprio su questa metafora che Leaman sembra mettere l’accento, nel suo film documentario sul cammino di Santiago. Un viaggio dove l’importante non è arrivare, ma viaggiare. Dove diventa fondamentale affrontare le proprie paure, andando in fondo al dolore che abbiamo dentro e che ci ha spinti a partire, per poi accettarlo, raggiungere la pace interiore e prepararsi a quella che in molti descrivono come una vera a propria rinascita.
Santiago è la meta, ma le stesse voci narranti nel film raccontano la delusione di raggiungerla. Una delusione sì, ma effimera, pronta presto a lasciare spazio alla rivelazione di come l’essenza del cammino fosse nel viverlo, nell’imparare, tra una fitta di dolore lancinante alle gambe, tra il pensiero fisso di dove dormire la prossima notte e l’emozione di sentire l’ennesima storia di vita di un pellegrino, a pensare, a ragionare, a prendere decisioni più lentamente.
A dare alle cose il tempo e l’importanza che meritano. E così, il film ci racconta come sempre più pellegrini, una volta giunti a Santiago, sentano il bisogno di allungare quell’esperienza e le emozioni che porta con sé, di qualche altro giorno, spingendosi fino a Finisterre, per tuffarsi nell’oceano, con la testa finalmente libera da qualsiasi preoccupazione.
Documentario Cammino di Santiago: infine il bruco si tramutò in farfalla

Tra le numerosissime testimonianze che catturano, quasi ipnotizzano, lo spettatore durante la visione del film documentario, è una delle voci narranti a raccontare di come, proprio nel momento del cammino di maggior fatica, una volta accasciatosi a terra nell’intenzione di arrendersi, si sia trovato davanti a una frase, incisa a forza in un sasso: “Nel momento in cui il bruco pensò che il monda stava finendo, si tramutò in farfalla”.
E a spiccare il volo insieme a quella farfalla, insieme al pellegrino rinvigorito da quel ritrovamento, siamo noi, spettatori del ricordo che Leaman ha confezionato con una purezza, una verità e una semplicità che solo chi ha vissuto il cammino di Santiago di Compostela, comprendendone a pieno il significato, può trasmettere.
Volete rivivere le emozioni provate tanti anni fa, quando avete intrapreso il viaggio? Cercate la motivazione per decidere di avventurarvi in un pellegrinaggio così unico nel suo genere? Volete un assaggio di quanto forti possano essere le emozioni che il cammino di Santiago può trasmettere? Magari vedere qualcosa di diverso dal famoso film sul Cammino di Santiago «The Way«?
Allora non vi resta che premere play e godervi Looking for Infinity: El camino, liberamente visionabile su Youtube (o acquistabile in cofanetto qui), sottotitolato in più lingue tra cui l’italiano.
Un film, un documentario, un piccolo gioiello da Santiago de Compostela.
