
Il Cammino di Santiago è un’esperienza introspettiva molto intensa, un percorso profondo che spesso porta a considerare le cose con occhi diversi, indipendentemente dal fatto che venga portato a termine con finalità spirituali o meno. Per quanto possa sembrare inflazionato o divenuto “di moda”, il Cammino presenta tutt’oggi elementi di notevole differenza rispetto a qualunque altra esperienza di viaggio.
Milioni di persone appartenenti a ogni estrazione sociale e professione, dal professionista all’artigiano, dall’impiegato al politico, persino papi o ragazzi appena maggiorenni, tutti diversi tra loro ma accomunati da un unico aspetto: aver deciso di porsi come destinazione Santiago di Compostela.
Tra questi c’è una piccola percentuale che, oltre a percorrere loro stessi le strade per Santiago, sono stati capaci di far muovere con l’immaginazione coloro che non ne hanno avuto la possibilità o semplicemente ancora non hanno intrapreso il Cammino. Ci riferiamo agli scrittori, persone con la capacità innata di raccontare storie rendendole reali agli occhi di chi non le ha vissute.
Riccardo Finelli e il Cammino di Santiago

Riccardo Finelli, autore del libro “Destinazione Santiago” nonché giornalista e viaggiatore seriale, nel tempo ha scritto numerosi libri on the road di grande interesse, come “Il cammino dell’acqua” e “Appenninia: viaggio nella terra di domani”.
Per definire il suo pensiero e il suo approccio al cammino, crediamo non esista descrizione migliore di quella presente nel sito dell’autore stesso:
“Amo i luoghi, quelli con la L maiuscola. Quelli in cui l’uomo riesce a lasciare ancora una traccia.
Amo le terre di mezzo, quelle che si possono riempire con qualcosa di noi.
Amo tutti i confini per l’illusione ottica di appartenere a mondi diversi, per quell’istante d’immortalità geografica che ti regalano.
Amo qualsiasi genere di piano B, purché ci sia da scappare subito, stanotte stessa, per reinventarsi qualcosa.
Amo l’odore della fuliggine e certe abitazioni che danno su vecchie statali.
Amo la storia e quello che possiamo insegnarle e amo le storie per quello che ci insegnano.
Quando ho tempo, provo ad annoiarmi. Ma non succede quasi mai.
Pedemontano quarantenne. Giornalista per mestiere, scrittore per diletto. Viaggiatore per pretesto. Indago luoghi.”
E proprio con questo spirito indagatore parte per Santiago e, al suo ritorno, decide di scrivere un racconto con l’intento di trasferire al lettore il fascino e le emozioni vissute durante la sua straordinaria esperienza. Un’impresa interessante e temeraria da certi punti di vista, sia perché l’argomento è oggetto di tantissimi altri volumi, sia perché chiunque abbia fatto il Cammino sa quanto è difficile tentare di descriverlo trasmettendone l’essenza.
Destinazione Santiago: il contenuto

“Destinazione Santiago” è un racconto che simula il percorso per Santiago di Compostela: una costante riflessione sui temi più disparati, partendo dall’interrogativo cardine che indaga le motivazioni che spingono a intraprendere questa avventura, fino a chiedersi quali siano i frangenti capaci di far scaturire forti emozioni e quali invece in grado di condurre a profonde riflessioni.
Questo è un libro che tratta il tema intimo dei “perché”, sviscerando quelli di coloro che partono per una rivincita personale, che tentano di (ri)scoprire se stessi, che intendono onorare qualcuno che gli è stato caro o magari rimettere in discussione certezze con fondamenta non più solide come in passato.
L’autore stesso si ritrova in prima persona a dover affrontare uno di questi aspetti: un suo caro amico è venuto a mancare e il suo ricordo così vivido sarà una presenza costante sia durante il Cammino che nella stesura del libro. Un altro tema considerevole sarà la ricerca di fede, di una religione che possa dare all’uomo spiegazioni valide rispetto ad accadimenti così incomprensibili e strazianti.
Tra le pieghe di una fine che pregusta un inizio
Nel libro Destinazione Santiago, si percepisce un appagamento, un percorso spirituale proficuo, che però si scontra presto con la dura realtà nel momento del ritorno a casa: un turbine tangibile di scadenze e impegni lavorativi. Le evidenti difformità tra la vita di tutti i giorni e un percorso eccezionalmente differente come il Cammino sono stridenti, si materializzano continuamente, evidenziando contrasti e ponendo nuovi quesiti.
Il ritorno porta con sé non solo la carenza di tempo per l’introspezione, ma anche la necessità fulminea di adeguarsi alla frenesia sociale che accomuna tutti noi, relegando le sensazioni provate sui sentieri del Cammino in secondo piano rispetto a lavoro e famiglia. Ed è proprio qui che si gioca la partita, che si apre la fase del post-cammino (se vuoi approfondire l’argomento leggi l’articolo “Il ritorno a casa: il cammino di Santiago ti cambia la vita?”).
Alcune caratteristiche peculiari di Destinazione Santiago
- Lo stile narrativo è molto scorrevole e decisamente avvincente, rimarrai stupito dalla velocità con la quale divorerai le pagine.
- Presenza di nozioni storiche che accompagnano il lettore alla scoperta del Cammino di Santiago, ma senza che risultino troppo pesanti e noiose.
- Ironico e autoironico: mette in luce contrasti e i dubbi che attanagliano i pellegrini, strappandoti spesso un sorriso e facendoti immedesimare completamente nel racconto.
- Descrizione piena dell’umanità presente sul Cammino di Santiago, con le sue diversità complementari.
La nostra opinione su Destinazione Santiago

“Destinazione Santiago” è un racconto vero, genuino e speciale, che non tende al compiacimento del lettore al fine di blandirlo e aumentare le copie vendute, ma cerca di suscitare una riflessione indirizzata alla ricerca di spiegazioni personalmente rilevanti. Un lesto altalenarsi di dubbi e altrettante certezze, frustrazioni ed emozioni forti: esaltazione, gratificazione, mestizia.
Riccardo Finelli non si nasconde, non cela le sue preoccupazioni dietro a comode ovvietà, ma racconta quanto provato e vissuto senza omettere le più accese contraddizioni, la personale incoerenza presente in ogni essere umano. Questo volume cerca d’infondere la consapevolezza che il Cammino conduce inevitabilmente ad appropriarsi della forza della condivisione, che si può sfiorare anche in un incontro fugace durato solo pochi chilometri.
Il libro trasmette l’importanza del confronto, del dialogo quale principio fondamentale del pellegrinaggio per Santiago. Evidenzia quanto scambiare emozioni, donare considerazione e tempo agli altri possa aiutare a superare la fatica (vera e metaforica) di un sofferto percorso di crescita personale.
